Il PDL è finito. Adesso costruiamo il futuro.

Per quanto la Cittadella sia sempre stata lontana dalla politica attiva, stavolta non posso fare a meno di commentare la notizia della cacciata di Fini dal PDL, che in queste ore sta iniziando a diffondersi sul web e presto sui telegiornali e sulle trasmissioni televisive. In tal senso, ci tengo a scrivere di primo pelo, in modo da attestare la mia trasparenza, immediatezza di giudizio e, inevitabilmente, sincerità nella valutazione di un evento che, in qualche modo, mi riguarda da vicino. Ecco perchè voglio precisare come il titolo del post "Il PDL è finito. Adesso costruiamo il futuro" sia tanto provocatorio quanto, appunto, sincero, perchè a mio avviso davvero stiamo assistendo al dischiudersi di uno scenario tutto nuovo nella politica italiana. Il partito mastodontico dal 40% chiuderà presto i battenti non tanto per il semplice dato numerico dei voti "finiani" che verranno a mancare, perchè in quel caso - ha fatto bene i conti Berlusconi - il governo non vacillerebbe, bensì per la forza stessa della reazione di Berlusconi contro il dissenso. Si badi, non ho mai creduto che l'Italia fosse in mano ad un nuovo fascismo o ad una loggia massonica, come molti cercano di sostenere, e non ho certo cambiato idea; così come non credo negli allarmismi su presunte leggi bavaglio e cose simili. Qui si tratta soltanto della politica interna di un partito. Il PDL è finito perchè ha dimostrato di essere un partito davvero monopensiero, dove il dibattito e l'intelligenza libera, seppur all'interno dello stesso canale, è rifiutata. D'altronde insegna bene Hegel come vita sia dinamismo e, in quanto tale, contrasto e discussione, lotta all'interno dello stesso alveo. Il PDL suona così le campane della disfatta e del prossimo annichilimento. Ora attendiamo alla finestra, l'antipasto è servito.

Commenti

Anonimo ha detto…
Come può essere "solo" un discorso interno al partito se a capo del partito c'è Berlusconi?
Come si può parlare solo di Berlusconi "politico" senza considerare la consistente, e in questo caso non mi espongo con giudizi, storia di Berlusconi?

Il PDL forse è finito, ma chissà se lo è anche il Berlusconismo; che diciamolo, ormai è modus operandi tanto a destra che in quella landa desolata che è "la sinistra".
Mi auguro di si, primo perché magari potremmo porre fine all'anomalia italiana, ovvero avere come esponenti di centro-destra dei socialisti; secondo perché, forse, a distanza ormai di 100 anni, potremmo finalmente tornare a parlare di una destra pura.

Certo, la speranza di una destra forte la condivido con te. Con te non condivido, ma questo ormai è acclarato, il filo-cattolicesimo che dovrebbe prevalere. Non lo condivido perché anacronistico, inutile e, peggio, controproducente.

Mi auguro che si posso tornare ad essere orgogliosi di essere di destra, di essere liberali, di avere un senso forte, ma essenziale!, dello Stato. E della giustizia.
Com'è possibile, mi chiedo e ti chiedo (e lo chiedo ai lettori della Cittadella) che un personaggio come Borsellino, campione di giustizia e legalità (forse con i suoi difetti), sia diventato simbolo e alfiere di partiti di sinistra? I così detti Comunisti? Messo di fianco a personaggi, quelli sì comunisti, come Peppino Impastato? Lui che aveva la tessera MSI, diciamo un finiano?

Mi auguro che si faccia, finalmente, un passo avanti verso quella destra storica e, nello stesso tempo paradossalmente moderza, senza manganello.

A presto, Nardino
Gianni di Gregorio ha detto…
Il PDL non é finito. Finirà solo con Berlusconi. E’ solo più debole e forse perderà le prossime elezioni.
Berlusconi ha fatto quello che avrebbe fatto la stragrande maggioranza dei suoi elettori perciò continua ad avere il consenso di questi.
E’ un modo di fare politica, anzi é l’antipolitica. In piccolo succede anche a livello locale. Ora vediamo chi sono i finiani del nostro Consiglio comunale, provinciale e regionale. Ne vedremo delle belle.
Ora che ricordo: ma Di Martino non era un “finiano” ?
Unknown ha detto…
Nardino: grazie per il commento che, devo dire, condivido in buona parte. Vedi, a me l'etichetta di destra o centro-destra o grande centro non interessa; io vorrei solo che finalmente anche in Italia si costruisca un'alternativa importante che sappia riferirsi a quei valori della tradizione che storicamente chiamiamo "destra" - o, comunque, conservatrice. Tra quei valori per me è indiscutibile la presenza della cristianità e il riferimento costante all'orizzonte politico e culturale europeo, vero teatro di quella "civiltà" che ha dato vita ai prodotti più alti della nostra storia condivisa (che, tra l'altro, è una storia che ha visto molto poco il "manganello". Il fascismo è stato per certi versi il prodotto più gretto e più assurdo dell'Italia degli ultimi secoli, non soltanto della destra). Concedimi ora una battuta su Borsellino. Facevi notare come oramai anche Borsellino sia diventato patrimonio della sinistra e secondo te questo è stato a causa del berlusconismo a destra; io sono di tutt'altro avviso. Premesso che è bene che Borsellino divenga patrimonio nazionale e non solo di una fazione politica - quindi la sinistra fa bene a citarlo - io direi che nel metodo non c'è nulla di nuovo sotto il sole. Una delle cose che più mi infastidiscono della sinistra è la capacità di risucchiare ogni personaggio nella propria fazione, per farlo "partigiano", in barba alla storia e all'onestà. Questa operazione è stata fatta per tantissimi personaggi storici che con la sinistra non c'entravano nulla, sia perchè, magari, sono nati prima che la sinistra nascesse o hanno operato in situazioni talmente diverse dal nostro panorama politico, che sono imparagonabili ai partiti italiani - Socrate, Gesù, Garibaldi e Che Guevara, ad esempio. Lo stesso è stato fatto di Borsellino.



Gianni: grazie anche a te per il commento. Non posso relicare perchè comunque si tratta di previsioni e impressioni. Su Di Martino: non credo sia un finiano. Anzi, posso dire che un finiano non è mai stato. Se ora dice di esserlo avrà cambiato idea negli ultimi mesi.

Un saluto!
Unknown ha detto…
L'intervento di Fini di questo pomeriggio: qui.
Gianni di Gregorio ha detto…
Finché la Destra avrà come personaggio simbolo Mussolini e le svastiche sarà un po difficile accostarci altri. La Sinistra ne usa alcuni, sia nazionali che internazionali, che comunque hanno sempre una relazione con l’idea politica.
Di Socrate non posso dire non essendo un esperto filosofo, ma é la prima volta che leggo questo accostamento. Probabilmente ci saranno delle idee in comune nonostante la differenza di periodo storico.
Di Gesù se ne é parlato spesso, forse c’é qualche riferimento, ma molto vago e sopratutto ripreso dai cattolici. Io personalmente non lo vedo il riferimento.
Garibaldi é un personaggio a me caro, socialista e anticlericale, certamente non può essere accostato alla Destra, perciò ogni tanto la Sinistra ci si aggancia.
El Che é attuale. In Sudamerica, dove tu dovresti andare per ampliare i tuoi orizzonti filosofici e politici, é ancora vivo. El Che rappresenta la lotta all’ingiustizia sociale, l’umiltà del Libertador, l’eterna lotta alla schiavitù e allo sfruttamento. In Paesi dove tutto questo ancora esiste El Che rappresenta questa speranza, forse vana. Per noi é diverso, l’Europa lo usa come una icona molto generale, una star, una bandiera da sveltolare certamente non dalla Destra.
Se continuate a leggere Marcello Veneziani sarà dura capire certe cose !
Marco Di Sciullo ha detto…
Caro Andrea, premesso che condivido in larga parte il tuo pensiero. Voglio ,però, da subito,dire che quanto sta succedendo non mi ha sorpreso, proprio per niente. E' da tanto tempo che vado sostenendo che le grandi contraddizioni presenti dentro l'armata brancaleone, rappresentata dal PDL, prima o poi sarebbero esplose. Questo è solo l'inizio.
Mi sono sempre chiesto e ho sempre chiesto ai miei amici ex-MSI di enunciarmi una sola ragione, che non fosse quella dell'anticomunismo, che facesse sì che si trovassero assieme ad ex-radicali(Capezzone per tutti),ex-socialisti craxiani e lombardiani,ex-comunisti,faccendieri,pregiudicati,inquisiti,mafiosi e affiancatori di mafiosi, condannati per associazioni a delinquere,corruzione,appropriazione inbebita(ladri) e via dicendo.
I miei amici(d'infanzia)ex-MSI abbassavano gli occhi e poi dicevano :" è meglio e più simpatico Berlusconi che Prodi,Casini,Bersani,D'Alema,Fassino , ecc......"
Io rimanevo in silenzio e dispiaciuto in quanto avevo colto nei loro occhi un filo di umiliante sofferenza causata dalla mia domanda.
Oggi il mondo e le dinamiche sociali registrano delle complessità tali che volerle semplicisticamente ridurre e catalogare di destra, sinistra o centro è esercizio,scusatemi il termine,di una pluerilità sconcertante.
Dobbiamo ,a mio avviso, rimettere al centro della dinamica sociale e politica i valori fondanti della nostra civiltà e della nostra democrazia.
Il rispetto assoluto per la legalità (garantismo non significa impunità).
La responsabilità sociale dell'impresa e del lavoro.
La salvaguardia della famiglia intesa come istituto insostituibile perchè alla base e cellula prima della società.
Il valore inestimabile(anche economicamente parlando) della solidarietà.
Il valore fondamentale della meritocrazia alla base delle dinamiche sociali.
Il rifiuto della guerra in tutte le sue forme.
L'amore ed il rispetto assoluto per il prossimo.
Il rispetto assoluto e la salvaguardia dell'ambiente.
Il rispetto assoluto per la vita umana.
Il valore dell'impegno sociale e politico come servizio.
Badate bene che le contraddizioni sono presenti,parimenti, anche in altri partiti e movimenti politici
In questo momento storico ,causa la mercificazione dilagante e la decadenza dei valori prima elencati,gli uomini ed i partiti si dividono per appartenenza ad "interessi" più o meno confessabili.Diventono simili a "bande" che si muovono spasmodicamente alla ricerca del "potere" inteso nel significato più negativo del termine.
Se allora ci siamo resi conto di quello che succede o potrà ancora succedere è necessario e non più procastinabile porci il compito e l'alternativa " Allora costruiamo il futuro".
Un futuro dove è possibile discutere ed anche distinguerci sulle priorità ,soluzioni,metodologie e modelli da adottare per promuovere e sostenere lo sviluppo
della nostra società.
Un futuro plurale dove tutte le intelligenze concorrono a realizzare il bene comune.
Un futuro dove è possibile finalmente considerare una ricchezza chi è diverso e la pensa diversamente.
Dove le organizzazioni di partito dovranno "benedire" l'esistenza degli "oppositori"-competitori- (portatori di altre verità e altre soluzioni).
Costruiamo allora questo futuro, ne sentiamo tutti il bisogno,ma nell'assoluta accettazione di quei capisaldi e non negoziabili valori prima richiamati ed oggi, aimè,troppo sbiaditi e buttati in soffitta.
(P.S.)ho dimenticato la password -scusa -marco di sciullo
Unknown ha detto…
Gianni sveglia, torna nel 2010! La destra ha smesso di avere come simboli mussolini e le svastiche almeno 60 anni fa! Garibaldi socialista? Ah sì? E di che anno sarebbe a tessera di Garibaldi, 1980? :P

Marco io non ho nulla da aggiungere a quanto dici, solo che il tuo post può essere un "manifesto" perfetto per il futuro.
carlo ha detto…
Non poteva che finire così perchè Berlusconi ragiona secondo logiche padronali e non politiche. Fa politica per difendere i suoi interessi economici, creati grazie all'aiuto remunerato della politica, che altro ti aspettavi ? Può accettare dissensi rispetto a suoi interessi personali ?
Non sono un grande estimatore di Fini, ma questa volta sono dalla sua parte. Abbiamo bisogno di una Destra priva di conflitti di interesse.
Unknown ha detto…
Una nuova destra e/oppure un nuovo centro-destra, sul "modello" (per certi versi) della DC, privi di conflitti di interesse? Magari, ricomincerei a seguire la politica.
:)
Marco Di Sciullo ha detto…
Parlare oggi di "destra" e "sinitra" o di "centro-destra" e "centro-sinistra" appare, mi auguro, ai più ,quantomeno anacronistico.
Io non credo che un liberale autentico o un cristiano si possono sentire minimamente rappresentati dall'attuale maggioranza (PDL -Lega Nord); come non credo che un sincero democratico o un cattolico possono essere rappresentati dal PD e da tutte le formazioni politiche di sinistra(verdi,comunisti,socialisti,radicali,ecc..).
Esiste,oggi, uno spaccato della società italiana che non si sentono rappresentati da questi due schieramenti.
I motivi sono evidenti : corruzione e malaffare da una parte, immobilita' politica e distacco dal mondo reale dall'altra.
Questa area si andrà sempre piu' allagando (vedi tendenza astensionismo) se non vi sarà veramente un rivoluzione copernicana della politica che pone al centro della sua ragion d'essere il bene comune e l'equità e la giustizia sociale.
Sembra, così rappresentato, la cosa più semplice del mondo concepire un movimento politico che abbia nel proprio DNA valori così semplici ma non facili da perseguire.
Personalmente ho grande fiducia nei più giovani ,sono i meno inquinati; sono quelli che più di ognialtro riescono ad assumere in proprio questi valori trasformandoli in azione sociale e politica.
Superiamo il fragile e malsano steccato che divide il "centro-destra" dal "centro-sinistra" : smettiamo di analizzarci le viscere e guardarci la punta delle nostre scarpe.
Guardiamo lontano, alziamo lo sguardo avendo come riferimento i migliori e i più semplici insegnamenti appresi dalle nostre famiglie e costruiamo un futuro solidale ,di giustizia e di progresso per tutti.
Unknown ha detto…
Caro Marco, provo a ragionare con te inserendo alcuni elementi nuovi nella discussione. Oggi si parla molto di questo nuovo soggetto politico, il Partito della Nazione, che si reggerebbe sull'intenzione di richiamare un po' tutti quei liberali autentici o cristiani che non si sentono rappresentati dall'attuale centro-destra e, dall'altra parte, quei sinceri democratici o cattolici che hanno dismesso il progetto di accorpamento con quelle sinistre "radicali" con cui si pensava, per tutta una serie di motivi - primo tra i queli il becero antiberlusconismo - si potesse creare un partito unico. La forza di questo nuovo partito sarebbe allora nelle capacità di raccogliere tutti quei malcontenti e offrire, almeno ad inizio avventura, un triumvirato Rutelli - Casini - Fini che possa, appunto, raccogliere più differenze possibili. Nell'ambito delle discussioni di questi giorni a volte ho sentito accostare questo nuovo soggetto ad una presunta area centrale e mi è capito di ascoltare discorsi grossomodo simili ai tuoi o comunque affini all'argomentazione - invero giustissima, sai quanto la condivida - che hai appena riportato. Ora, tu credi che le tue (nostre) intenzioni possano trovare un alveo politico affidabile nel nascente PDN? Credi che questo nuovo soggetto politico possa rappresentare l'inizio di quella rivoluzione copernicana della politica a cui noi tanto aspiriamo? Vorrei sentire il tuo parere su questo. Ora provo a rispondere anch'io. Io credo che nella misura in cui questo PDN sia "centro", il progetto fallirà; ovvero, nella misura in cui questo PDN sarà un qualcosa del tipo "nè centro-destra nè centro sinistra" - e quindi anche "sia centro destra, sia centro-sinistra" - allora sarà un qualcosa di vecchio, ancora incanalato negli schematismi della contrapposizione bipolare; anzi, forse sarà anche peggio del bipolarismo, perchè sarà una formazione che erediterebbe i metodi e le logiche del bipolarismo ma che avrebbe molta meno presa sulla popolazione dell'attuale referendum Berlusconi sì/ Berlusconi no a cui si è ridotta da anni la politica italiana. Insomma, il rischio è che questa sia solo una manovra di palazzo e che questo partito sia in realtà "soltanto" un centro. La speranza, invece, è che si vada realmente nella direzione della rivoluzione copernicana della politica, fattualmente, sin dall'inizio. A quel punto, allora, tornerebbe al centro il valore sociale di determinate questioni, tornerebbero ad aver posto quegli insegnamenti appresi dalle nostre famiglie e quella volontà di costruire insieme una nuova classe dirigente di gionavi davvero competenti, onesti e con la solidarietà e l'amore per il prossimo. La speranza è appunto che questo PDN nasca con questa idea qui e possa essere il cappello giusto per una rinascita che deve, ancora, partire dai giovani nei comuni e sui propri territori. Qualora il PDN darà voce a queste speranze, potrà aprire una nuova stagione politica; qualora invece si riveli solo un "centro", costruito dal palazzo per accogliere gli ex di una parte edi un'altra, allora sarà l'ennesima beffa. Un caro saluto.
marco Di Sciullo ha detto…
Caro Andrea , ho letto con attenzione le tue riflessione; le ritengo giuste.
Voglio solo completare il mio pensiero per non essere frainteso.
La politica tutta così come oggi appare è prodotto assolutamente impresentabile. Si è arrivati all'apoteosi della mercificazione delle coscienze rese, prima, vuote di qualsiasi valore positivo e poi ridotte a "tasselli" aridi e manipolabili sulle quali "costruire" le fortune di questo o quel personaggio o gruppo politico.
La propaganda tambureggiante "sparata" per anni da tutti i mezzi di informazione unitamente alla realizzazione di un sistema sociale "senz'anima" ha determinato un validissimo "brodo di coltura" ideale per completare l'asservimento delle menti e delle coscienze a questo o quel personaggio ; a questo o quel "partito politico".
Tornado a noi, io non credo che la nascita di un ulteriore raggruppamento politico(PDN ?)possa essere rappresentativo e/o costituire la base per il formarsi ,finalmente, delle condizioni per "una rivoluzione copernicana della politica" proprio per le tue giuste argomentazioni e anche per un'altra semplice riflessione ; i "costituenti" sono impregnati fino al midollo e portatori di una "idea" della politica ,quella che ,ahimè, oggi conosciamo e che è lontana dal nostro modo di "sentire".
Allora, caro amico, non è la costituzione e la forma del "contenitore" che determina una coscienza positiva ; ma è esattamente il contrario.
E' la "coscienza positiva", ossia il sentire l'impegno politico come "servizio" civico a nobilitare il "contenitore".
La crisi della nostra società è da ricercarsi soprattutto proprio dalla assenza di una "classe dirigente" portatrice di valori positivi.
Parlavo dei giovani e del mio personale convincimento come essi oggi rappresentino una concreta speranza di cambiamento per aiutare la nostra società ,per molti versi "malata", a superare l'oblio mercificatorio in cui si è ficcata.
Questo concetto vale indipendentemente e a prescindere, poi, dalla scelta del "contenitore" che essi faranno ; l'importante è che essi si facciano carico di riportare i "valori positivi" e fondanti della nostra scomunità all'interno delle istituzioni democratiche.
Con amicizia ed affetto.
Unknown ha detto…
D'ora in poi, Marco, politicamente dobbiamo camminare insieme. Un caro saluto.

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