Non mi pare che l'elemento volgare che emerge dai costumi corrotti di questa notte del 31 ottobre possa individuarsi nella radice celtica della "festa" americana; la
tradizione dei culti al
Dio del mondo, difatti, "seppur" pagani, non è mai malvagia di per sè. Sono sorpreso, a dire il vero, dal fronte compatto del mondo cattolico contro la festa "civile" di Halloween. Mi sarei invero aspettato maggior capacità di distinguere e scremare il buono dal corrotto - o, se preferite, il grano dalla pula - che molti cattolici dimostrano nel trattare svariati temi di spiritualità. Le parole di J. Ratzinger mi sembrano macigni. Ciò che ci deve scandalizzare, invece, è come la Winternacht dei popoli teutonici o la Samhain dei celtici sia stata svenduta alla più gretta superstizione popolare e al consumismo bulimico dei nostri tempi. Io credo che l'affronto che si sta consumando ai danni dei nostri antenati, della loro spiritualità, della sacralità dei loro riti sia incommensurabile rispetto a qualsiasi distinzione di sorta tra le tradizioni pagane e cristiane. Chi difenderà la loro memoria? Che si capisca una buona volta quanto la tradizione cultuale al
Dio del mondo sia "una cosa seria", perché mi pare che l'effetto più inaspettato di questo agostinismo di rimessa sia proprio la secolarizzazione di
ogni culto. Compreso quello cristiano, così come sta avvenendo da almeno due secoli. Un sano esercizio di distinguo tra Dio e Mammona sarebbe invece salutare alla spiritualità di tutti.
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