Solo il Partito ci potrà salvare
Ortona pare tornata ad un'aurea post-bellica. I grandi volti campeggiano sui manifesti già da qualche tempo. Ognuno non ha da che proporre se stesso: "allora che il mio volto appaia il più grande possibile!" - sembrano pensare. E poi ci sei tu, lì sulla biga, che provi a tirare le redini del cavallo bianco, il sognatore, quello che ti trascina verso la purezza del rapporto personale, verso il sorriso della buona amministrazione, verso un momento dialettico pubblico-privato, cittadino-comune, elettore-candidato, uomo-comunità. Niente da fare. Nessuno sa perchè è seduto dinanzi a quel lungo banco a ferro di cavallo. "Sarai tu democratico, amico del PD? Sarai tu cattolico, amico di centro-destra? Sarai tu liberale, non è vero? Vuoi alzare ancora quella mano senza sapere perchè? No, voglio sedere allo scranno del sindaco". Ecco! La politica è sugli altari del qualunquismo e dell'im-politicità del volto che non esprime più pensiero. Ecco la fine della Repubblica. E' davvero l'anno zero. Solo la bellezza, la cultura, - no, stavolta non basta - solo il Partito ci potrà salvare. Rileggiamo allora quelle pagine di Gramsci, da me così distanti, eppur così necessarie. "Lo scandalo del contraddirmi, - commentava così Pasolini il proprio (il nostro) rapporto con il maestro - dell'essere con te e contro te; con te nel core, in luce, contro te nelle buie viscere". Scriviamo ancora, con Antonio Gramsci: solo il Partito ci potrà salvare.
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