Anselm Grün, Mystik: den inneren Raum entdecken
Recensione a Anselm
Grün,
Mystik: Den inneren Raum entdecken (Herder Spektrum, Freiburg 2009, pp. 142) pubblicata nella Rivista di Ascetica e Mistica 3/2011.
L'ultimo lavoro di Anselm
Grün,
Mystik: Den inneren Raum entdecken,
Herder Spektrum, Freiburg 2009, si presenta come una
klare und praktische Einführung in die
christliche Mystik.
Scorrevole, dal linguaggio semplice e accessibile, dalla chiarezza
sistematica e dalla vocazione inter-religiosa, il testo del padre
benedettino Anselm
Grün
si
segnala subito per la capacità di affrontare le questioni più
urgenti dell'esistenza umana, in un tempo, il nostro, di grande
solitudine inter-personalen
e intra-personalen.
Lo scopo del libro, in piena coerenza con la tradizione mistica qui
affrontata, è allora quello di proporre un radicale ritorno alle
origini del fenomeno religioso,
qui chiamato appunto mistico,
che si caratterizza come il proprium
dell'uomo in quanto tale e per questo, inevitabilmente, già di per
sé oltre le distinzioni culturali, di fedi e tradizioni. Il proficuo
lavoro trasversale di Grün
attraverso
la storia delle mistiche orientali e occidentali non deve tuttavia
tradire: il pubblico a cui è rivolto il testo è quello cristiano e
occidentale: sono i fedeli della Chiesa, che vivono oggi una
situazione critica, cioè che oscillano tra un mondo sempre più
inautentico,
foriero di false risposte e illusioni, e tra una Chiesa spesso
incapace di risposte e che attraversa uno stesso winterliche
Zeit.
Il libro nasconde allora un messaggio più profondo che una semplice
riproposizione del misticismo occidentale e orientale: se, come
scrive Grün
con
le parole di K. Rahner, il Cristo del futuro «wird
Mystiker sein. Oder er wird nicht mehr sein»
(o sarà un mistico o non sarà più), allora un'introduzione alla
mistica assume un valore altissimo in quanto si configura come il
tentativo più alto di offrire acqua e sole ad un terreno gravido di
vita, in attesa che la pianta del rinnovamento germogli e che poi
fiorisca finalmente una Chiesa in grado di interpretare appieno il
dramma dell'esistenza e, al contempo, di non lasciarsi trascinare nel
mondo – quel mondo in cui, come ricorda Paolo, imperano la volontà
di potenza e l'egoismo, da cui il Cristo ci ha liberato. Ciò che
dunque sembra interessare a
Grün
è la ricerca della semplicità divina oltre
le fedi e le opzioni dottrinali, l'attingere a
quella purezza d'animo che conduce l'uomo all'esperienza altissima di
Dio, nella quale può diventare uno con sé stesso, con Dio e con il
mondo. Allora che questa esperienza sia mediata dalla tradizione
mistica occidentale – speculativa o d'amore – oppure grazie alla
mistica impersonale orientale, soprattutto buddista, ha poca
rilevanza nei confronti del vero nucleo dell'esperienza religiosa,
che è un toccare
il senso più profondo della propria vita. Non a caso l'inevitabile
avvio del testo è la formulazione delle quattro Grundfragen
des Menschen (Questioni
fondamentali dell'uomo), ossia le domande sulla morte,
sulla libertà,
sulla relazione
e sul senso,
che ad un'attenta analisi si impongono come le inquietudini più
proprie dell'uomo. La mistica, intesa come quel fenomeno religioso di
purezza e di unità con Dio, che tutte le religioni indicano come il
culmine della ricerca umana, risponde proprio – e, ancora una
volta, non a caso – a quelle quattro urgenze dell'esistenza umana,
a quelle quattro ferite che, come sul costato del Cristo,
continuamente tornano a sanguinare e a riportare ognuno di noi alle
nostre possibilità più proprie.
La prima parte del testo è
dedicata alle differenti risposte che le tradizioni mistiche
(soprattutto quella cristiana) hanno elaborato durante i secoli a
quelle quattro Grundfragen.
Questa breve storia delle mistiche occidentali e orientali è
affrontata con rara maestria poiché Grün
non sceglie di offrire un quadro più o
meno completo dei diversi autori trattati, quasi fosse un manuale di
storia della mistica, bensì preferisce enucleare per ogni autore uno
o più punti cardine, che ne rappresenterebbero, in qualche modo, la
particolarità dell'esperienza di unione con Dio. In questo modo,
alla fine del percorso, Grün
riesce a fornire una visione d'insieme
completa, veicolando un'immagine di fondo unitaria che tuttavia
mostra il pregio di non risucchiare a sè quelle singole esperienze,
quegli unici bagliori inafferrabili di luce e quel gusto della
differenza delle tradizioni che altrimenti andrebbe diluito in una
presunta corrente filosofica tanto irreale quanto insipida. Per
queste caratteristiche, la trattazione non risulta mai noiosa e
ripetitiva, benché ad ogni pagina l'autore ribadisca come i tratti
essenziali siano in realtà sempre gli stessi: desiderio di unità
con Dio, semplicità,
pace,
grazia,
ascesi,
amore,
distacco,
preghiera
e, soprattutto, spirito.
Tuttavia, nel mondo attuale, conoscere la tradizione mistica non
basta: è necessario che essa entri in diretto rapporto con la più
moderna psicologia, che a partire dalla scomparsa della mistica in
età moderna si sono arrogate il monopolio intellettuale sulle
questioni dell'anima. La psicologia, che offre spesso un'immagine
distorta della mistica, in queste pagine non è, come potremmo
aspettarci, rifiutata in toto.
Piuttosto, Anselm
Grün
sottolinea come il confronto con la psicologia sia sempre più
necessario: benché la psicologia assuma sin dai suoi presupposti un
punto di vista riduttivo nei confronti della mistica – in quanto il
mistico cerca Dio, non la salute delle zone psichiche –, oggi la
mistica non deve rifiutare il confronto con la psicologia se essa
vuole finalmente liberarsi da ogni sospetto, che, sin dalle origini,
ne hanno ostacolato e, in alcune occasioni, persino interrotto il
cammino. D'altronde
Grün
sembra disilluso sulla mistica stessa, che, se male interpretata, può
essere foriera di cattiva spiritualità e in particolar modo di
gnosi. L'autore tende quindi una mano a tutti quegli psicologi che
hanno tentato di leggere la mistica come un'esperienza autentica del
rapporto con se stesso e con gli altri. L'ultima sezione del libro
affronta invece la questione più difficile: com'è possibile, se è
possibile, accedere all'esperienza mistica di Dio nel XXI secolo? A
questa domanda dovrà rispondere anzitutto il lettore, che è stato
guidato man mano grazie alle grandi figure di mistici, da S.
Paolo
ad Agostino,
da Dionigi
alle beghine,
da Giovanni della Croce
fino a Karl Rahner,
e che
a questo punto è invitato all'esperienza personale, magari aiutata
dalla meditazione, dalla preghiera e dalla liturgia. Il testo di
Anselm
Grün
è tuttavia disponibile soltanto nell'originale lingua tedesca e
pertanto, nei nostri limiti, non possiamo che auspicarne una buona
traduzione anche in lingua italiana.
La recensione è stata segnalata anche su Mistica.info di Antonello Lotti: (qui)
La recensione è stata segnalata anche su Mistica.info di Antonello Lotti: (qui)
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