I fondamenti dello Stato democratico e le prossime elezioni

(La prima carta dell'Italia moderna, 1482)
Alle prossime elezioni politiche saremo chiamati a scegliere sì per i partiti e per le coalizioni, ma anche e soprattutto per il modello di democrazia che vogliamo. Premetto: non sto azzardando un giudizio politico complessivo, né si tratta di una indicazione di voto, ma propongo una mera riflessione da tenere in considerazione nella misura in cui segnali possibili derive e cadute del regime democratico. Nel marasma politico complessivo e negli pur enormi difetti dei partiti classici, a mio avviso in questa fase bisogna prestare attenzione a due partiti in particolare che propongono modelli di rapporto tra lo Stato e cittadini che sono pericolosi per la libertà popolare. Essi, difatti, in maniera più o meno manifesta, si propongono di andare ad intaccare due conquiste della modernità: la separazione dei poteri e il concetto di rappresentanza parlamentare.

i) Caso Ingroia. Lo Stato moderno e liberale nasce dalla separazione dei poteri. In Italia la questione del rapporto tra magistratura e politica è sempre stata complessa e spesso sottotraccia. Possiamo però ammettere che l'erompere ufficiale, alla luce del sole, della magistratura in politica arriva nel '92 e da "mani pulite"; oggi accade in maniera esplicita con i cosiddetti "arancioni" e con le spinte "giustizialiste" di alcuni giornali: si tenta un ritorno allo Stato pre-moderno, quando, cioè, il potere giudiziario (magistratura) non era separato dal potere politico. Dietro all'aurea di pulizia e giustizia, la lista-Ingroia nasconde la possibile deriva [non è detto che lo sia] verso uno Stato aristocratico settecentesco guidato dalla sola casta dei giudici, a danno della libertà dei cittadini. Si invita gli aderenti alla Lista arancione a vigilare in modo che questa lettura si riveli errata.

ii) Caso Grillo. Lo Stato moderno e liberale nasce sul concetto di rappresentanza parlamentare e sul ruolo del parlamento. Il movimento di Grillo, al contrario, punta proprio ad eliminare il parlamento, considerato mera fonte di sprechi e inefficienza, e si propone di passare ad un modello di "democrazia diretta". In realtà questo ritorno ad un sistema tribale e pre-moderno di decisione, in cui chi la vince è chi è più forte nella contesa, era stato già sbandierato dai totalitarismi del novecento. Sappiamo com'è andata a finire. Dietro all'aurea di pulizia e giustizia, il Movimento 5 Stelle nasconde la possibile deriva [non è detto che lo sia] verso uno Stato aristocratico ottocentesco e massonico guidato dalla sola casta dei adepti alla cerchia del capo, a danno della libertà dei cittadini. Si invita gli aderenti al Movimento 5 Stelle a vigilare in modo che questa lettura si riveli errata.

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