In ritorno dal Festival

Ieri pomeriggio sono sceso a Pescara, ore 17,30, dal treno che mi ha riportato nella mia città da Modena. L'esperienza del festival di quest'anno credo sia stata particolarmente viva, non solo per l'appassionata compagnia che spesso mi stimolava alcune riflessioni, ma per miei maggiori dinamismo e concretezza nell'approccio all'evento rispetto allo scorso anno. Mi è inoltre sembrato di "portare a casa" davvero qualcosa da quelle "Lectio Magistralis", che troppo spesso passano come fiumi in piena senza lasciare poi molto sul terreno dove sono fluiti se non vuoto e, forse, maggiore confusione, rendendo di fatto il festival un'occasione "festaiola", come dice l'amico Diego (colgo l'occasione per farvi conoscere il suo blog). E' tuttavia vero che i contenuti espressi sono poi facilmente rintracciabili nei testi dei professori e può apparire scontato, ad esempio, che in questa sede segnali gli interventi di U. Galimberti e di E. Severino come i più pregnanti e problematici, tuttavia l'atmosfera di una piazza intenta a pensare, a ragionare (seppure in "solitudine"), nessun libro potrà mai restituircelo. Va da sè che queste esperienze mi fanno riflettere sulla portata di un pensare comune, "pensare insieme" e penso che sarebbe bene cogliere la sfida e la provocazione, in termini nuovi e "di rottura", come ci ripete Andrea D'Emilio, con il quale credo di avere in comune solo questo sogno. Chissà cosa ne pensa Carmine del festival, la sua onerosa multa ci ha scosso da subito! Tornando ai contenuti delle relazioni, volevo sottolineare il particolare affondo nella "Qabbala visiva" grazie a Giulio Busi, che mi ha aperto uno scenario importante di riflessione sull'immensa portata del platonismo nella mistica ebraica, di cui sono quasi totalmente all'oscuro, e dei nessi con l'occidente. A proposito di tradizioni lontane, mi ha colpito anche l'intervento della Bettettini, sull'iconoclastia nelle diverse religioni e nei differenti ambiti culturali. Il prof. Stanley Cavell mi ha rinfrescato la memoria sulla filosofia americana e sugli sviluppi, nonostante, me lo si conceda, la ritengo davvero molto poco stimolante, così come mi han deluso le riflessioni di ospiti attesi come J.L.Nancy (si è capito solo lui) e Salvatore Natoli, tanto fumo e niente arrosto.

Commenti

Anonimo ha detto…
Caro Andrea leggendo questo post capisco che deve essere stata davvero una grande esperienza. Spero che il prossimo anno avrò l'occasione di essere presente, facendo così anch'io parte di quella piazza pensante. Trovo che questi eventi debbano essere sottolineati il più possibile in quanto mette in evidenza il carattere ragionante dell'essere umano che per una volta si trova unito nella linea comune del Pensiero. Grazie come sempre per la tua puntuale analisi su ciò che accade di importante al giorno d'oggi.

Antonio

Antonio
Maria Devigili ha detto…
Andrea!! Anch'io oggi ho scritto qualcosa sul Festival di Filosofia (con più pessimismo ma neanche troppo)E poi...ti/vi devo mandare un po' di foto che ho scattato!!!
Unknown ha detto…
Le aspetto con piacere cara
=)


PS: già l'avevo visto il tuo blog!

Post più popolari