Noia
201. Niente è insopportabile all'uomo quanto di essere in un completo riposo, senza passioni, senza faccende, senza divertimento, senza un'occupazione. Avverte allora il proprio nulla, il proprio abbandono, la propria insufficienza, la propria dipendenza, il proprio vuoto. Subito saliranno dal profondo dell'animo suo la noia, l'umor nero, la tristezza, il cruccio, il dispetto, la disperazione.
B. Pascal, Pensieri tr. it A.Bausola, Bompiani 2006
B. Pascal, Pensieri tr. it A.Bausola, Bompiani 2006
Commenti
Lo spunto, oltre che dalla mia personale lettura, mi è giunto dal precedente post sulla "noia" serale ortonese.
In ogni caso, passando oltre questa occasione, vi consiglio la lettura di alcuni passi di Pascal, che, pungente e diretto, coglie spesso spiazzati, ti mette di fronte ad esperienze e sentimenti quotidiani, sulla cui contraddittorietà o straordinarietà (a seconda dei casi), difficilmente ci soffermiamo a riflettere.
"La noia è manifestamente un male, e l’annoiarsi una infelicità. Or che cosa è la noia? Niun male né dolore particolare ma la semplice vita sentita, provata, conosciuta, pienamente presente all’individuo e occupantelo "
Leopardi, Zibaldone di Pensieri.
Antonio
Il grande uomo non subisce mai la noia perchè come dice Leopardi scova sempre la sublimità di ogni attimo, nella sofferenza come nella gioia. La persona semplice cade invece nella disperazione del vuoto che non è in grado di riempire con sè stesso, un sè limitato deve infatti divertire (in senso etimologico) dalla propria esistenza in altro.