Il male
Nell'intervento precedente riflettevo «Sull'inizio» legando il piano, per così dire, logico-teoretico al piano individuale «dell'anima». Oggi vorrei tentare di seguire lo stesso schema argomentativo prendendo spunto da una breve intervista rilasciata da un «esorcista» che vi invito a leggere sul sito dell'Ansa e che curiosamente riguarda alcuni avvenimenti prettamente mondani come la crisi Alitalia o l'attuale recessione. Padre Amorth è stato molto discusso per le sue posizioni in ambito ecclesiastico e ovviamente nel merito non entro poiché non ho nè competenze nè, soprattutto, interesse. Le affermazioni dell'«esorcista», certo scremate dal tono carnevalesco e dal taglio reazionario, mi sembrano di rilievo perchè sollevano questioni decisive come il problema del male o della libertà e che giocano sui due livelli prima segnalati, logico-teoretico e individuale. Paradossalmente, ma neanche troppo, la radicalità delle affermazioni risulta molto poco «medioevale» e superata poiché ci pone dinanzi alle questioni in maniera ineludibile e senza sofismi, di contro ad una filosofia o persino teologia «debole» intenta più a circumnavigarle che ad affrontarle. La sostanzialità o meno del male, la sua individuazione nel mondo e nelle realtà e il nesso tra il soggetto e il male metafisico stesso rimangono oggi problemi aperti e dal tono ineludibile. In altre occasioni ho avuto modo di esprimere la mia posizione sulla questione e pertanto stavolta non ho intenzione di spostare la rotta verso me stesso, da bravo Narciso, e così tradire l'invito a pensare faccia a faccia con queste problematiche: nella storia del pensiero il problema del male è stato affrontato variamente e per un riflessione di valore che non sia semplice ripetizione lascio coerentemente aperta la questione e attendo da voi un «inizio».
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Grazie Jon
Antonio
Antonio