R. De Monticelli, La novità di ognuno
Ieri pomeriggio sono stato alla presentazione dell'ultimo testo di Roberta De Monticelli, La novità di ognuno. Persona e libertà (Ibs) e vorrei trasmettervi qualche impressione. La De Monticelli è una docente di spicco nel panorama della filosofia italiana e quindi credo che non siano necessarie particolari presentazioni e per scorrere un po' la sua bibliografia rimando alla pagina dell'Università Vita-Salute San Raffaele in cui è presente il profilo scientifico - qui. Faccio qualche cenno alla bibliografia perchè ho avuto particolare piacere e, non lo nego, anche un po' di stupore, ad ascoltare una studiosa di fenomenologia formulare delle tesi molto vicine alla tradizione di pensiero a cui faccio abitualmente riferimento. L'interesse non scaturisce, certo, dal sostanziale accordo sul modo di approcciare temi come la persona e la libertà anche perchè questa convergenza potrebbe essere solo accidentale. Ciò che colpisce è bensì il fatto che anche utilizzando categorie concettuali differenti sia possibile giungere senza particolari forzature a punti di vista condivisi. In un certo senso questa piccola esperienza è una testimonianza importante sulla capacità della ragione umana di trovare dei punti di vista condivisi qualora sia esercitata in maniera rigorosa e appassionata. Ecco perchè mi sono sentito a mio agio nel nominare Plotino, Dante ed Eckhart e credo che l'ascesi (termine mio) da lei indicata sia interprete di questi autori in maniera paradossalmente fedele.
PS: Il modello di un proficuo dialogo tra punti di vista politici e religiosi differenti o persino culture lontane è difficile da indicare e difatti la presunzione di individuare una forma fissa mi sembra fuori luogo, anche quand'essa faccia riferimento alla ragione "rigorosa e appassionata". Man mano sto rivedendo un po' la rigidità con cui affrontavo la questione nei primi post di questo blog (Sul dialogo), tuttavia sono ancora convinto che troppo spesso ci si chiuda in delimitazioni negative o vuoti esempi di "tolleranza" (rimando al vecchio post Una questione di tolleranza religiosa").
PS: Il modello di un proficuo dialogo tra punti di vista politici e religiosi differenti o persino culture lontane è difficile da indicare e difatti la presunzione di individuare una forma fissa mi sembra fuori luogo, anche quand'essa faccia riferimento alla ragione "rigorosa e appassionata". Man mano sto rivedendo un po' la rigidità con cui affrontavo la questione nei primi post di questo blog (Sul dialogo), tuttavia sono ancora convinto che troppo spesso ci si chiuda in delimitazioni negative o vuoti esempi di "tolleranza" (rimando al vecchio post Una questione di tolleranza religiosa").
Commenti