Il tramonto e i "nuovi inizi"

I giorni successivi alle feriae Augusti sono tra quei pochi momenti dell'anno in cui sembra di vivere in stasi, in raccoglimento, per organizzare e scandire il futuro, a partire dal venturo settembre. Troppo spesso la quantità di impegni viene percepita semplicemente come una successione: il loro rapido susseguirsi li rende punti isolati, portandoci a perdere di vista il progetto iniziale, il "fine" che, al di sotto, li sostanzia e li sostiene. Chi smarrisce il fondo vive e vede le possibilità come divise e non vi riesce a scorgere il senso complessivo. In particolar modo nei momenti che scandiscono passaggi, credo sia buona prassi dedicarsi alla cittadella interiore, provare a trovarvi le motivazioni, i moventi e le ragioni per camminare verso "nuovi inizi", verso nuove decisive esperienze, perchè solo nel fondo di sè stessi vive il senso globale della propria vita, senza il quale ogni possibilità mondana, per quanto ricca e affascinante, diviene pressocchè nulla e la propria vita rimane priva di senso.

Commenti

Anonimo ha detto…
A mio parere non sono dei "nuovi inizi", ma dei "soliti inizi". Il problema è che ad ogni fine estate si ripresenta la stessa sensazione di contentezza per poter iniziare di nuovo qualcosa. Ma come accade sempre questi propositi si trasformano nelle solite storie, nei soliti movimenti, nella solita vita. Siamo portati a ripensare a tutto allora, ma senza risultati...a quel punto non ci resta che aspettare di nuovo l'estate in un ciclo infinito...oppure no. La capacità di una mente intraprendente sta nel sovvertire questo ordine datoci dalla natura del nostro pensiero, e, finalmente, approdare a qualche "nuovo inizio".

Antonio

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