Una messa per Nietzsche

Poco fa un amico mi ha dato una notizia davvero sorprendente: ieri, 24 agosto, è stata celebrata una messa per F. Nietzsche a L'Aquila da padre Quirino Salomone, con la seguente motivazione: «In un periodo chiave per la nostra città, come quello della Perdonanza, abbiamo deciso di organizzare questa iniziativa per spingere i cristiani a valutare il pensiero del filosofo tedesco da un'altra prospettiva. Vogliamo inquadrare la sua figura da una prospettiva cristiana di misericordia. Per questo motivo, a fine celebrazione, ci ritroveremo in sacrestia per un incontro di approfondimento sul vero testamento di Nietzsche.» Per quanto sia poco incline a considerare l'interpretazione del pensiero nietzschiano chiuso e definitivo, devo dire che l'idea di un suo recupero da parte della Chiesa Cattolica mi sembra abbastanza bizzarra, non tanto perchè banalmente un sacerdote o un uomo di fede non possano apprezzarne l'opera, bensì perchè si tratta di "celebrazione" e di Chiesa, proprio dell'istituzione dichiarata esplicitamente come male dell'umanità in ogni pagina dell'Anticristo. Buona parte dell'interpretazione filosofica attuale sembra rivalutare l'intera opera nietzschiana in termini di uno sguardo verso l'oltre, certo non platonicamente trascendente ma attuale o attuantesi, "fedele al senso della terra". Su questa linea viaggiano infatti M.Cacciari o, più radicalmente, M. Vannini, convinto di una forte affinità con il patrimonio Eckhartiano e, paradossalmente, hegeliano. E' altrettantio vero che la "sintesi" appare complessa, soprattutto in virtù di voci contrastanti, a partire da tutto il filone nato dal famoso "Nietzsche" di Heidegger oppure dalla nietzsche reinassance francese e così via. Volevo brevemente mostrare la complessità dell'interpretazione nietzschiana (nonostante mi sia limitato a tre filoni principali) per far ben intendere come, più di ogni altro autore, Nietzsche si presti ad una vasta gamma interpretativa che potrebbe, a quanto pare, accogliere anche la lettura di padre Quirino Salomone, anche perchè, nonostante tutto, mi sembra meno stravagante un accostamento con la Chiesa Cattolica piuttosto che quell'infelice matrimonio con il Nazismo celebrato grazie alla sorella Elizabeth. Tornando al tema, sarebbe interessante saperne di più sulle idee di padre Quirino e sul dibattito tenutosi dopo la messa. Nel frattempo vi lascio con la mia solita epochè, che spero sia gradita perchè è solo onestà filosofica. C'è invece chi di dubbi ne ha sempre pochi: vi segnalo la pagina in cui è stata commentata la notizia della messa sul sito dell'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti). Non avendo un metro di giudizio valido e visto il passato "ortonese" di padre Quirino al convento francescano di Ortona, ho pensato di chiedere qualcosa di più direttamente all'interessato: tramite una breve telefonata mi ha annunciato che presto organizzeranno un tavola rotonda su Nietzsche lì a L'Aquila, a cui parteciperò con entusiasmo e avrò così l'occasione per intervistarlo e discuterci. Accoglierei volentieri alcune vostre domande, critiche o questioni da rivolgergli oltre che, ovviamente, commenti sull'iniziativa.

Commenti

Anonimo ha detto…
penso che l'iniziativa del buon Quirino sia quantomeno coraggiosa!sono proprio curioso di sapere cosa ne verrà fuori dal prossimo incontro..quindi mi raccomando: tienici aggiornati!!
ciao ciao
"Ho una paura spaventosa che un giorno mi facciano santo" (Ecce Homo, "Perché io sono un destino", I)

(grazie a Joseph per la citazione sulforum nietzschiano)
Umgreifende ha detto…
L'iniziativa è sicuramente interessante e degna di rispettosa attenzione.
Mi pare che, oltre l'aspetto inizialmente contrastivo del pensiero del filosofo tedesco con la religione cristiana, una lettura di Nietzsche come pensatore che si confronta (e non solo scontra) col cristianesimo, sia stata già operata da Cacciari (arrivando a parlare della "buona novella" del super-uomo e del "deus-adveniens" oltre il deus-esse della metafisica leggendo alcuni aspetti del pensiero di Nietzsche in termini paolini) e da Vattimo, anche se in maniera più obliqua (la morte di dio intesa come indebolimento delle strutture forti della nostra cultura trova nel cristianesimo la sua espressione inconscia con la morte di Cristo, il cristianesimo sin dall'inizio porta in se la morte di dio, è un messaggio di caritas al di là delle struttre fisse della metafisica)
Si, difatti avevo accennato a Cacciari e a questo punto vorrei citare il suo bel saggio Il Gesù di Nietzsche in cui analizza il rapporto Gesù/Cristo e presenta alcuni cenni ad una particolare interpretazione dell'oltreuomo, che sembra richiamare il "non resistere malo" cristiano. Sulla rete si trova un'amplia presentazione del tema fatta dallo stesso cacciari in occasione di una conferenza tenutasi alla Casa della Cultura di Milano, dal titolo (appunto) "Nietzsche. Il deus adveniens.". (Entrate nella sezione video dalla barra di sinistra)

Gianni Vattimo ha recentemente avvicinato il pensiero debole al cristianesimo negli ultimi testi, a partire dal piccolo Credere di credere (1996) passando per testi come Dopo la cristianità. In effetti, avvicinando il "pensiero debole" ad una particolare prospettiva cristiana, ovvero quella della kenosis paolina, Vattimo avvicinerebbe indirettamente anche Nietzsche al cristianesimo. Non so fino a che punto questa tesi possa reggere, anche perchè i riferimenti a Nietzsche sono tutti mediati dall'opera di Heidegger, di cui Vattimo fu attento studioso e interprete. Sul tema, sarebbe interessante sentire (e ti chiamo direttamente in questione) l'amico Emilio Corriero, esperto e serio studioso e allievo sia di Vattimo sia di Cacciari.
Anonimo ha detto…
ciao Andrea, ti ringrazio per l'invito, e ringrazio anche raffaele mele per quanto ha scritto altrove a commento del mio testo su nietzsche.
I temi proposti richiederebbero parecchio tempo...
sia cacciari sia vattimo risentono fortemente della lettura heideggeriana e, anche se ciò sembra avviarli su due prospettive distinte, ritengo che ci sia proprio in quella comune radice storiografica la possibilità per un avvicinamento. Nel mio libro che uscirà a ottobre accenno proprio alla possibilità di legare assieme la caritas di vattimo alla charis di cacciari: temi che però sono connaturati a mio avviso alla cristianità di nietzsche, prima ancora della lettura heideggeriana.
E' certo che bisogna intendersi su cosa s'intende per cristiano. non è certamente una messa che assegna la patente.
detto per inciso, propendo per un cristianesimo nietzscheano erede della visione di Dostoevskj.
un saluto
http://emiliocorriero.blogspot.com/2007/10/caritas-da-charis-tra-vattimo-e.html
Anonimo ha detto…
Bravo André, sei tentacolare! potremmo organizzare una spedizione aquilana, proprio nella città sorta contro Roma e il Papa ( cfr in Ecce homo)
Andrea D'Emilio
Anonimo ha detto…
Mi sto sforzando di pensare che non ci siano secondi fini in questa forzatura, perchè di forzatura si tratta. Non si può assimilare Nietzsche nella visione cristiana, è un voler far rientrare qaualcosa in margini che non gli appartengono affatto.
Dove si andrà a finire di questo passo...
Cmq vorrei dare un in bocca al lupo a padre Quirino per la sua scelta coraggiosa.

Antonio